Quando si viaggia in Francia, la Torre Eiffel di Parigi sarà uno dei luoghi principali da visitare; quando si pensa all'Italia, uno dei simboli del Paese è il David di Michelangelo; mentre si gode del tramonto nella città spagnola di Logroño, si può ordinare del Chorizo Riojano da accompagnare al proprio bicchiere di vino Rioja; quando si passeggia per le strade di Copenaghen, si ammirano i bellissimi mobili e il caratteristico stile di design scandinavo esposti nei negozi locali.
Architettura, arte, cibo, vino, design: sono tutti elementi che fanno parte della storia, delle competenze, dei valori, dell'estetica e dell'identità di una comunità. In breve: il patrimonio culturale di una comunità (CH).
Ma la legge, compresa quella sulla proprietà intellettuale (PI), protegge la CH? La risposta è... sì (ovviamente)!
Dal David ai nudi classici: il patrimonio culturale nelle recenti controversie legali
Diverse disposizioni di legge offrono strumenti per proteggere il CH, tra cui il diritto internazionale e le leggi nazionali. Un esempio di queste ultime è il Codice dei Beni Culturali italiano (Codice dei Beni Culturali), che stabilisce il principio generale secondo cui lo Stato italiano, le autorità regionali e locali regolano l'uso dei beni culturali che controllano rilasciando le relative autorizzazioni o intervenendo laddove tali autorizzazioni non siano state concesse o addirittura richieste.
Tra i casi in cui lo Stato italiano ha applicato (o minacciato di applicare) il Codice di Autoregolamentazione, vi sono le pubblicità commerciali di fucili in cui il David di Michelangelo era raffigurato in armatura completa e le offerte di biglietti senza licenza per i principali musei di Firenze, che mostravano ancora una volta un'immagine del David. Più recentemente, il CHC è stato invocato contro un sito web di intrattenimento per adulti, che voleva realizzare versioni "dal vivo" di alcuni dei dipinti esposti nella collezione del museo degli Uffizi di Firenze come parte della sua serie "Nudi classici".
PI e patrimonio culturale: diritto d'autore, marchi e indicazioni geografiche
La legge sulla proprietà intellettuale offre anche (diversi) strumenti per proteggere la CH.
Prendiamo la Torre Eiffel: una ricerca sul database dell'EUIPO rivela che la città di Parigi ha registrato con successo marchi relativi alla famosa torre. Inoltre, mentre il diritto d'autore non protegge più la torre stessa a causa della scadenza del relativo termine, l'illuminazione su di essa, che è visibile di notte e rende indimenticabile (e molto romantica) una passeggiata lungo la Senna, gode di una propria protezione del diritto d'autore!
La proprietà intellettuale può anche essere uno strumento per sostenere le comunità locali. Al di fuori dell'Europa, un esempio ben noto è quello dei Maasai, un gruppo etnico che tradizionalmente conduce una vita semi-nomade nel Kenya meridionale e nella Tanzania settentrionale. Il Maasai Intellectual Property Initiative Trust cerca di recuperare la proprietà e la licenza d'uso del nome, dell'immagine e della reputazione Maasai, anche attraverso la concessione di licenze sui marchi. L'obiettivo generale di questa iniziativa è quello di ridistribuire i ricavi delle licenze tra una comunità in cui l'80% della popolazione vive al di sotto del livello di povertà.
In tutto questo, le indicazioni geografiche (IG) rappresentano un diritto di proprietà intellettuale sempre più potente per proteggere la CH. In Europa, esiste già un solido regime giuridico per proteggere i prodotti agricoli e alimentari, il vino e le bevande alcoliche attraverso le IG: ad esempio, sia il Chorizo Riojano che la Rioja sono IG registrate a livello europeo. Oltre al regime per le IG agricole, presto potrebbe esserci anche un sistema legale per proteggere i prodotti artigianali e industriali come IG a livello dell'UE: nella primavera del 2022, la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa, che dovrà ora essere esaminata e discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio, per introdurre tale sistema. Una volta adottata, questa legislazione offrirà un "meccanismo a livello europeo per proteggere i nomi di prodotti come il vetro di Murano, le posate di Solingen, il tweed di Donegal, il pizzo di Halas o i gioielli di Gablonz".
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